TeramoNews intervista Felix

Un mese fa sono stato raggiunto e intervistato da Paolo Marini dei DelaWater, responsabile della testata online TeramoNews.
Pubblico alcuni brani dell'articolo e il link per la pagina col testo integrale.


Il rock “abrasivo” degli Starslugs mette d'accordo Roseto, Mishima e New York City
 

Non è fluido da pronunciare 
Starslugs , e a dire il vero anche il primo ascolto può sembrare ostico per chi non ha orecchie avvezze al rumore, nell'accezione positiva che il rock negli anni ha saputo dare a questo termine. Abbiamo detto quindi rumore e rock. Ora aggiungiamo Roseto e No Wave. Mettiamoci anche punk, perchè ci sta pure irruenza e "no future" in questa storia. E queste sono solo le nozioni base, perchè come scopriremo c'è tanto altro nella musica degli Starslugs. Ma sentiamo dall'ideatore, Danilo Di Feliciantonio, come si compone il suo progetto: "Gli Starslugs sono nati nel 2007, a Roseto. Il progetto coinvolge, oltre il sottoscritto, Pierluigi Cacciatore al basso e la drum machine utilizzata dai Big Black di Steve Albini, una vecchia Roland TR707. Abbiamo iniziato ad utilizzarla per pura necessità, poiché non siamo mai riusciti a trovare un batterista. Da semplice risposta ad una mancanza, l'utilizzo della macchina si è rivelato poi un bel punto di forza, che ci permette di sperimentare sia a livello di suoni che a livello puramente compositivo, e ci fornisce una base ritmica solida, semplice e assolutamente perfetta a livello di tempo. Dopo un po' di anni di inattività, diversi pezzi usciti singolarmente su qualche web-zine punk, tre EP autoprodotti e distribuiti generalmente via internet in free download, abbiamo ripreso a farci vedere dal vivo e abbiamo tirato fuori recentemente un LP intitolato "The Rite and the Technique" che raccoglie le esperienze passate e alcuni nuovi pezzi. Chi non ci ha mai sentito deve sapere che siamo un gruppo a cui piace fare un po' di rumore. Un bel po' di rumore, per essere più precisi. Non ci piacciono i manager e le agenzie, le piccole corporazioni, le piccole élite. Cerchiamo di gestire questo nostro progetto in tutti i suoi aspetti e in autonomia, ci piace avere a che fare con gente che mette la passione davanti ai soldi e con tutti coloro che hanno qualcosa di interessante da dire".

Ora abbiamo messo diversa carne al fuoco. Però, un altro ingrediente va aggiunto: "do it yourself". Questa espressione, germogliata proprio negli anni 70 quando riverberava dalle strade della Bowery di New York City un rinnovato fermento musicale, torna comoda anche oggi. In parole povere, un'attitudine: fregarsene di giudizi, mode, tendenze, successo a tutti i costi, approvazione, ma fare la propria musica, vissuta e genuina, con coerenza. Curando di persona ogni aspetto del percorso creativo. E da questo approccio deve essere derivata l'energia che mi ha colpito dritto allo stomaco, quando ho ascoltato il disco degli Starslugs. Un album che ha rischiato di uscire per un'etichetta tedesca: "The Rite and the Technique" al momento è un disco che distribuiamo autonomamente – racconta sempre Danilo -, ma la possibilità di uscire per la "Against It Records" c'è ancora, quando i nostri amici tedeschi potranno garantire l'uscita. L'ultima volta che ho sentito RJ Schrey (colui che gestisce l'etichetta) mi parlava di problemi economici che stanno mettendo in difficoltà l'esistenza stessa della label per cui, al momento, hanno dovuto interrompere le releases programmate ed aspettare che le cose si sistemino un po'. Entrambi però abbiamo espresso la volontà di collaborare quando la situazione sarà più stabile, quindi la questione non è ancora chiusa. Nel frattempo nulla ci vieta di far uscire il nostro materiale e di collaborare con altre etichette, purché ci sia una certa affinità di idee ed obiettivi". Sicuramente, se non avete già digerito in passato gran parte della musica che rimbalza fra le parole fin qui usate, potrà sembrarvi indigesta la "pietanza" sonora proposta dagli Starslugs. Proviamo allora a rimestare un po' nel calderone delle influenze: "No-Wave e Noise sono due termini che non sono assolutamente lontani dal tipo di musica che proponiamo – prosegue il chitarrista rosetano -, anche se il quadro delle fonti è un po' più complesso. In generale considero gli Starslugs un ibrido, una sorta di risultante tra i vari ascolti che io e Pierluigi facciamo e abbiamo fatto in passato. E' un po' difficile, per me, ridurre ad una serie di nomi tutte le influenze musicali che ci sono dietro questo progetto, che hanno sedimentato in noi e - spero! - arrivino a chi ci ascolta. Quello che è certo è che ci hanno trasmesso l'attitudine a non darci un'etichetta, a sperimentare sia a livello di contenuti che di forma. In questo senso anche la letteratura e il cinema si sono rivelati grandi serbatoi da cui prendere spunto per scrivere le nostre canzoni. Leggo e vedo film sia per piacere personale che per collezionare impressioni su cui scrivere un pezzo. Poi c'è la realtà di tutti i giorni, la cui osservazione e rielaborazione è alla base del nostro modus operandi".

Non dobbiamo quindi sorprenderci se Pierluigi si diletta anche con la macchina fotografica o se Danilo decide spesso di "ingoiarsi" la voce cavernosa che impazza fra le canzoni degli Starslugs per discutere di letteratura o cinema con estrema pacatezza e cognizione di causa: "Il fatto di avere intrapreso diversi progetti – Danilo Di Feliciantonio è anche promotore di altre iniziative culturali in provincia, fre le quali spiccano i reading del Collettivo Combat - che non fossero legati esclusivamente al mondo della musica è, con tutta probabilità, il mio modo personale di affrontare la realtà della provincia, spesso povera di mezzi e strumenti, di iniziative che si facciano carico di una certa progettualità, di prese di posizione forti rispetto a ciò che è convenzione, e di spazi dove potersi esprimere liberamente. Paradossalmente, proprio l'assenza di queste componenti può essere uno stimolo a fare qualcosa in maniera diversa di come la si fa, ad esempio, in grandi centri urbani. Lì, nella maggior parte dei casi, le scene artistiche sono congestionate da certi meccanismi che raramente permettono a qualcosa di davvero originale e innovativo di venire a galla, ottenendo una meritata visibilità. Se si osserva la situazione da questa prospettiva si possono trovare le giuste motivazioni per superare quel gap di possibilità presente tra centro e periferia. Occorrono molte energie da dedicare a questi vari ambiti di interesse, questo è chiaro, ma fin quando ci sono, bisogna sfruttarle al massimo per rendere le proprie idee qualcosa di concreto e tangibile". E infatti non è di certo convenzionalità che emerge da "The Rite and the Technique". Basta ascoltare la corrosiva "Sad Sundays", la rabbiosa "Betamax", l'ipnotica "Uranus" o l'esplosiva "Mishima " per togliersi ogni dubbio. Nel caso decidiate di farlo, c'è anche la possibilità di vedere dal vivo in zona gli Starslugs. Il duo suonerà domani con gli Zitoxil (un motivo in più per andare) al circolo Chaikana (Via de Amicis 13, ore 22) di Roseto. E l'accoppiata merita, non c'è che dire!

Paolo Marini
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Ceyron Louis

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